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Notizie da inarcassa n.10

cari amici e colleghi

 

prosegue il servizio di informazione su tutto ciò che avviene all’interno di Inarcassa.

Il 2013 è stato un anno di grandi cambiamenti per tutti, con l’entrata in vigore della riforma previdenziale, la famosa sostenibilità a 50 anni imposta dal Governo Monti.

Molti di voi, ancora non conoscono nei dettagli la riforma, ma hanno cominciato a subirne gli effetti con il pagamento dei contributi minimi di giugno e settembre, rendendosi conto dei forti aumenti.

Grandi novità anche per i pensionati che continuano a lavorare, da quest’anno dovranno pagare anche loro il contributo minimo, seppur in forma ridotta del 50%.

Nelle precedenti newsletter vi ho parlato dei contenuti e dei motivi che ci hanno portato alla riforma, ma oggi che si vedono gli effetti, si comincia a parlare di possibili modifiche.

Nel mese di giugno, il Consiglio di Amministrazione di Inarcassa, ha dovuto correre ai ripari, dopo le forti polemiche che hanno seguito l’entrata in vigore della riforma, concedendo rateizzazioni dei contributi in corso e ampliando le rateizzazioni pregresse.

Improvvisamente, a un anno dall’approvazione della riforma, ci si rende conto, finalmente, che probabilmente non tutti gli iscritti saranno in grado di reggere la botta, è facile oggi dire “l’avevo detto” e quindi non lo dirò, ma rimane lo sconforto per aver assistito, in sede di CND durante l’approvazione della riforma, a una totale mancanza di conoscenza della reale condizione dei professionisti oggi.

In tutte le campagne elettorali delle recenti elezioni per il rinnovo dei Consigli degli Ordini, si è parlato molto dei contributi minimi, ma spesso era solo un pretesto per prendere voti senza conoscere minimamente il problema.

La riforma può essere migliorata, le soluzioni non sono facili, il cammino sarà difficile, ma negli ultimi due CND si intravedono spiragli di modifiche, (come la modifica a favore delle nuove generazioni della retrocessione del contributo integrativo), che vanno nella direzione che ho sempre cercato di indicare, sia all’interno che all’esterno del Comitato nazionale dei Delegati, nel prosieguo della news spiegherò nel dettaglio le possibili importanti novità che potreberro arrivare in tema di contributi minimi.

La riforma sta avendo, tuttavia, un effetto positivo, sta facendo avvicinare gli iscritti alla cassa, è indispensabile una presa di coscienza dei problemi, soltanto una partecipazione attiva potrà generare nei prossimi anni un ricambio dei delegati.

SCADENZE:

Vi ricordo che il 31 ottobre scade il termine per l’invio della dichiarazione on line dei redditi relativi al 2012, l’omessa dichiarazione comporta il pagamento di penali.

 

Per chi vuole conoscere i fatti accaduti nell’ultimo CND del 10 e 11 ottobre può leggere questa breve sintesi:

- nel CND di ottobre, il Presidente di inarcassa ci ha informato dell’emoraggia dei delegati che lasciano il mandato per andare in pensione di anzianità (poiché tra poco non sarà più possibile usufruire di tale pensione), della sua conferma nel direttivo dell’ADEPP, della difficoltà di rapporti con il CNA e il CNI.

- Inoltre il Ministero non sta pagando la quota di competenza per la maternità, c’è un arretrato di 27 milioni di euro.

- E’ stata indetta una gara internazionale per l’affidamento del Call Center e per la tesoreria, si spera che ciò possa migliorare il servizio, per quanto riguarda il call center non sono stati più chiesti un numero di operatori, ma un numero di contatti che dovrebbe diminuire sicuramente i tempi di attesa.

- E’ stata costiuita una società di nome Arpinge con altre casse,(geometri, periti, geologi), per fare investimenti in infrastrutture con un capitale iniziale di 100 milioni di euro, è stato nominato Presidente della società l’architetto Giuseppe Santoro, attuale vicepresidente di inarcassa. La società dovrebbe servire anche a far lavorare i professionisti architetti e ingegneri, aspettiamo i primi risultati per poter giudicare l’iniziativa.

 

Sono seguiti gli interventi dei delegati in merito alle dichiarazioni del Presidente, dove ho esposto i seguenti problemi:

- Con le nuove società professionali non sono state chiarite le questioni previdenziali, il presidente mi ha risposto che attualmente chi apre una società professionale non è tenuto ad iscriversi a inarcassa e pagare il contributo soggettivo, ma è in fase di studio un disegno di legge che dovrebbe obbligare i soci di una società professionale a pagare i contributi ad inarcassa.

- L’edificio di via Po è ancora vuoto, che novità ci sono? il vicepresidente di inarcassa mi ha risposto che l’immobile stava per essere affittato a un ente pubblico, ma ci sono stati dei problemi ed è tutto saltato, ora si punta a finire il lavori del garage per trovare più facilmente un inquilino importante, speriamo che si risolva il tutto velocemente in quanto negli ultimi anni sono stati persi molti soldi nella gestione dell’immobile.

- Ho evidenziato un problema che mi è stato sollecitato da alcuni iscritti, ovvero la soglia di 30.000 di ISE per ricevere alcuni trattamenti da inarcassa come la pensione minima, l’ISE dipende molto dal possesso di immobili e dalle rendite catastali, che sono molto differenti da città e città e da quartiere a quartiere, ciò crea delle discriminazioni tra iscritti. Il presidente Muratorio mi ha risposto che la prima casa non rientra nel calcolo dell’ISE (in reltà non è così perché c’è soltanto una detrazione di 51.000 euro dal valore che viene fuori dalla prima casa), e che per arrivare a 30.000 euro di ISE bisogna avere chissà quanti immobili. La realtà è che a Roma, per esempio, basta avere un appartamento medio grande e un box per superare la soglia di ISE e non aver diritto a una serie di adeguamenti, credo che sia un problema che vada affrontato nel dettaglio senza generalizzare e soprattutto senza sottovalutare.

 

1) Poi si è passati alla trattazione dei criteri di individuazione e ripartizione del rischio degli investimenti. Ci sono stati gli interventi degli esperti che ci hanno riempito, come al solito, di bellisimi discorsi che mi convincono sempre meno, il dato che conta di più, a mio avviso, è che la rendita del nostro patrimonio negli ultimi 10 anni non è stata eccezionale e sicuramente si può far meglio, anche se, il fatto che le nostre pensioni saranno rivalutate in gran parte in base all’andamento del montante dei redditi e non al rendimento del patrimonio, non è un buon modo per incentivare al meglio la crescita del nostro patrimonio.

2) Si è passati poi alla votazione in merito ai contributi da destinare alla promozione della professione (da statuto sono lo 0,34 del contributo integrativo), per il 2014 l’importo a disposizione è notevolmente aumentato, rispetto all’anno scorso, in seguito all’aumento del contributo integrativo. Gli importi saranno destinati alla Fondazione Inarcassa, ai prestiti d’onore ai giovani iscritti con età inferiore ai 35 anni, alle professioniste madri con figli in età prescolare o scolare, ai finanziamenti agevolati.

3) Si è passati poi alla votazione sulle modifiche al Regolamento inabilità temporanea assoluta, sono state aggiornate alcune norme, tra cui la più importante è che si dovrà denunciare l’eventuale inabilità temporanea, che deve essere di almeno 40 giorni, entro 30 giorni dall’avvenimento del fatto scatenante l’inabilità.

4) Si è passati poi alla discussione della proposta di modifica degli artt. 20 e 28 del RGP in merito alle problematiche sul calcolo della quota retributiva al 31/12/2012. In parole povere, con l’entrata in vigore della riforma, alcuni colleghi che avevano diritto fino al 31 12 2012 a una pensione minima di 10500 euro all’anno, si sono trovati di fronte, improvvisamente, a una pensione di 2000/3000 euro. Per risolvere questo problema si è pensato di dare la possibilità a chi ha compiuto, almeno 50 anni di età e 20 di iscrizione ad inarcassa, a ricevere una quota parte di pensione minima almeno 20/30 o più in relazione agli anni di iscrizione.

5) Si è passati poi al tema caldo della proposta di modifica dei contributi minimi, sono molto contento che il CDA abbia deciso di affrontare e provare a modificare la norma sui contributi minimi, norma che avevo provato ad emendare, in totale solitudine, in sede di approvazione della riforma, (come vi avevo già raccontato), ma che, per un regolamento assurdo, non ho potuto discutere.

La proposta che il CDA ha presentato in Comitato non era accettabile perché concedeva una deroga al pagamento dei minimi, togliedo di fatto quasi tutto, dall’assistenza all’integrazione al minimo.

Nel mio intervento ho espresso le mie perplessità in merito e ho ribadito la mia proposta che avevo già fatto in precedenza.

Dobbiamo far capire ai nostri iscritti l’importanza dei contributi minimi, ma non possiamo non capire l’estrema difficoltà in cui si trovano migliaia di iscritti in un momento di gravissima crisi economica e della professione, pertanto è necessario dare la possibilità di derogare per alcuni anni al pagamento minimo, versando in base al proprio fatturato, ma solo del contributo soggettivo e non del contributo integrativo, poiché non si può rinunciare a tutte le forme di assistenza che inarcassa concede a chi ha un grave male o un infortunio di qualsiasi tipo o altro.

La deroga non può essere per sempre, ma deve essere limitata a pochi anni in cui l’iscritto si trova in difficoltà, perchè altrimenti non si arriverebbe mai a raggiungere i requisiti necessari per avere una pensione.

Dopo una lunga discussione è stata approvata una mozione che ricalca perfettamente la mia proposta fatta un anno e mezzo fa in sede di approvazione della riforma, sono contento che il CND si sia reso conto, con qualche mese di ritardo, dell’enorme problema dei contributi minimi e abbia avviato le procedure per modificare la norma, vi informerò sugli sviluppi.

6) Infine i Comitati ristretti hanno riferito sullo stato dell’arte del lavoro in merito alle attività assistenziali e ai requisiti di iscrivibilità.

La cosa strana è che non è stato chiamato a intervenire il Comitato che sta svolgendo il lavoro più delicato, ovvero la riforma del sistema elettorale di inarcassa, (tra cui c’è il tema caldo della riduzione dei delegati), ho come l’impressione che in questo mandato non si riuscirà a modificare il sistema elettorale e, soprattutto, non si riuscirà a diminuire i delegati (il parlamento insegna).

 

Notizie utili:

- Esiste oggi la possibilità di poter compensare i debiti previdenziali  con i crediti con le Stazioni Appaltanti, anche se le procedure sono piuttosto complicate;

- Esiste il problema dell’inserimento del contributo integrativo anche nelle fatturazioni con l’estero, l’OICE si sta attivando con emendamenti parlamentari per risolvere la questione, noi, come al solito non abbiamo santi in paradiso.

 

Antonio Marco Alcaro

Delegato Inarcassa Roma

 

 

This Post Has 9 Comments

  1. mario porreca scrive:

    non capisco l’agevolazione di far pagare il 50% dei contributi minimi ai pensionati che lavorano. Secondo me dovrebbero pagare come tutti gli altri iscritti (visto che lavorano) e le somme che verranno incassate potranno essere usate per ridurre i contributi ai giovani iscritti. O no?

  2. alcaro scrive:

    caro mario
    pensa che ho ricevuto decine di telefonate di pensionati molto alterati per questo obbligo che prima non avevano. La proposta iniziale fatta dal CDA di inarcassa era di far pagare interamente il contributo minimo, ma in sede di approvazione il Comitato nazionale dei delegati, fatto in buona parte da pensionati che lavorano, ha votato un emendamento per ridurre il contributo del 50%.

  3. Gianluca scrive:

    Caro Marco, in merito a: “Esiste il problema dell’inserimento del contributo integrativo anche nelle fatturazioni con l’estero, l’OICE si sta attivando con emendamenti parlamentari per risolvere la questione, noi, come al solito non abbiamo santi in paradiso.” Fose ti sei dimenticato che in OICE la problematica la sto curando io per conto di TUTTI I PROFESSIONISTI? Ma non sono un “santo” e non sono in “paradiso”!!!
    GIANLUCA VALLE
    DELEGATO INARCASSA ARCHITETTI DI ROMA

  4. Valentina scrive:

    Buongiorno,
    salve Marco in riferimento all’ultima news letter la mia attenzione si è soffermata, fra le tante cose, sulla nuova realtà Arpinge,e sul suo grosso potenziale anche per noi iscritti. In particolare approfondendo su internet ho letto che potrebbero partire degli incarichi per la valorizzazione dei patrimoni edilizi comunali. La mia domanda riguarda le procedure con le quali attuare questi meccanismi. Non so se lei può darmi riferimenti a riguardo, in ogni modo la ringrazio e saluto cordialmente

    Valentina

  5. Luigi S. Gioggi scrive:

    Caro Alcaro e colleghi, e p.c. ad Inarcassa
    leggendo quanto Marco ci illustra, ancora una volta se ne deduce che l’Inarcassa e i nostri delegati non tengono conto dell’attuale realtà economica, professionale che stiamo vivendo (e speriamo si risolva nel migliore dei modi).
    Come pensionato (67 anni) ribadisco che sono costretto a mantenere l’attività anche se sono spesso tentato di chiuderla in quanto la pensione è divenuta insufficiente per la mia famiglia. Si aggiunge a ciò diminuzione di lavoro professionale, pagamenti assenti dei committenti, fatture fatte su cui occorre versare le onerose quote Inarcassa,i minimi Inarcassa comunque da pagare, la salute che per l’età non sempre permette di lavorare con continuità o efficienza: il tutto rende la vita impossibile e assolutamente gravosa.
    Togliamo i minimi al di sotto di certi fatturati per i pensionati!
    Quantomeno rendiamo equo il sistema. Capisco i giovani, ma noi che dobbiamo mantenere la famiglia con figli ancora a carico chi ci pensa?
    Fatevi un esame di coscienza e cambiate la riforma presto tenendo conto di quanto ho scritto. Grazie!
    Luigi S. Gioggi architetto
    li 03/01/2014

  6. alcaro scrive:

    Gentile Valentina
    eventuali incarichi che partiranno da Arpinge, dovranno essere gestiti con le procedure per gli incarichi pubblici, che attualmente purtroppo, sono da rivedere totalmente.

  7. Cris scrive:

    Modifiche al Regolamento generale di previdenza al vaglio dei ministeri
    Il CND ha deliberato importanti modifiche al R
    Invece per quanto riguarda quanto di seguito allegato…come si intende procedere….

    GP in approvazione presso i ministeri vigilanti:
    1.
    Facoltà di deroga all’obbligo di pagamento della contribuzione minima soggettiva per un numero massimo di 5 anni
    nell’arco della vita lavorativa corrispondendo il contributo in base al reddito effettivamente dichiarato. Facoltà riservata a quanti
    producono reddito professionale inferiore al contributo minimo dell’anno, con esclusione dei pensionati e dei giovani professionisti
    a contribuzione ridotta. Per coloro che si avvalgono di tale facoltà l’anzianità utile a pensione è riconosciuta in misura proporzion-
    ale al contributo soggettivo versato nell’anno.

  8. lagreste scrive:

    Spero che questo Ente Inutile dedito solo alla sopravvivenza dei parassiti che lo mantengono in vita venga al più presto eliminato.
    Leggete che bel regalo ci hanno confezionato: http://bit.ly/1m2RM2o

  9. Caro Alcaro,
    (mi piace il gioco di parole!) volevo ribadire che trovo INACCETTABILE dover pagare un contributo minimo, sia pure ridotto del 50%, a totale fondo perduto, non potendone beneficiare in alcun modo rispetto ad una pensione che io, personalmente, ho già ed è bassissima, in quanto ho versato i contributi solo per i cinque anni successivi al mio pensionamento di insegnante (dai 60 ai 65; ora ne ho quasi 69 ed ho la pretesa di continuare a lavorare sia per piacere che per necessità). Figuriamoci, poi, in questo periodo di oggettiva grande difficoltà per tutti noi! Cordialmente grazie, FR

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