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Notizie da inarcassa n.12

 

cari amici e colleghi

 

prosegue il servizio di informazione su tutto ciò che avviene all’interno di Inarcassa.

 

Finalmente una buona notizia, i Ministeri Vigilanti hanno approvato la deroga ai contributi minimi recentemente deliberata in CND, chi vuole aderire deve farne richiesta entro il 31 05 2014 su inarcassa On Line.

La deroga, che non è l’abolizione dei contributi minimi per i redditi più bassi come è stata entusiasticamente presentata in alcuni comunicati stampa iniziali, è un provvedimento necessario e doveroso ma non risolutivo, ha lo scopo di evitare la chiusura della partita iva, quindi la possibilità di lavorare, a numerosissimi nostri colleghi in difficoltà e deve essere usata soltanto in caso di estrema necessità.

Chi ritiene di produrre un reddito professionale nel 2014 inferiore a 15.690 euro può chiedere di pagare il contributo soggettivo in base al proprio reddito conseguito, quindi pagherà a giugno e settembre soltanto il contributo minimo integrativo 670, (indispensabile per avere diritto all’assistenza, la solidarietà, assicurazione sanitaria etc.), e a dicembre 2015, dopo aver fatto la dichiarazione dei redditi 2014, se sarà sotto i 15.690, pagherà il 14,5% del proprio reddito, se invece è pari o supera i 15690 euro di reddito dovrà pagare il contributo minimo di 2275, che avrebbe dovuto pagare a giugno e settembre 2014, con un tasso di interesse del 4,5% + BCE.

La deroga si potrà fare per massimo 5 anni anche non consecutivi, sono esclusi i giovani sotto i 35 anni e i pensionati che già pagano il contributo ridotto.

L’anzianità utile alla pensione sarà proporzionale al contributo versato, se ho un reddito di 7845 euro pagherò un contributo di 1137

euro invece di 2275 e l’anno sarà calcolato al 50% ai fini dell’anzianità contributiva.

Si potrà entro 5 anni successivi integrare ciò che non si è versato per mettersi in paro, se non si integra si avrà bisogno mediamente di 2 o 3 anni in più per andare in pensione, ormai non ci regala nulla più nessuno e sicuramente è il minore dei mali tra: aspettare per andare in pensione o dover essere costretti a chiudere la partita iva e smettere di lavorare.

Per maggiori dettagli vai al link

 

Mi fa piacere constatare che il Cda di Inarcassa e il CND dei delegati abbiano cambiato idea su questo aspetto, visto che in sede di approvazione della riforma previdenziale nel luglio del 2012, sono stato l’unico delegato (vedi link) a presentare un emendamento che introduceva una deroga al contributo minimo, esattamente quello che un anno e mezzo dopo il Cda ha deliberato, mentre allora non mi fu data neanche la possibilità di presentare la mia proposta perché l’approvazione di un emendamento che riduceva del 50% il contributo minimo dei pensionati, ha fatto decadere tutti gli altri emendamenti.

In quella occasione il CND non ha saputo cogliere le conseguenze che un provvedimento del genere, (ovvero l’aumento del 36% dei contributi minimi in un periodo di tale crisi), avrebbe causato negli iscritti. Le proteste che sono succedute all’approvazione della Riforma hanno fatto capire la gravità della situazione e la necessità di un intervento tampone.

Il provvedimento non risolve il problema degli iscritti, ma aiuta a guadare il fiume nella speranza che entro 5 anni la situazione lavorativa degli architetti possa cambiare, in caso contrario saremo tutti costretti a trovarci un altro lavoro.

 

Ho letto in questi giorni numerose critiche a questo provvedimento, ma vi garantisco, avendo per primo ispirato questa deroga, che non hanno alcun senso, le considerazioni vanno fatte nell’ambito storico in cui ci troviamo, ovvero la più grande crisi che abbia mai colpito i professionisti (il reddito medio degli architetti è sceso a 19.000 euro, il 50% degli architetti che ha un reddito inferiore al limite del contributo minimo 15.690).

La riforma delle pensioni era inevitabile per permettere la sopravvivenza della Cassa nei prossimi anni e quindi il pagamento delle pensioni future, le nuove generazioni sono state fregate da chi ha gestito le pensioni in Italia negli ultimi 30 anni, regalando  pensioni mediamente di un valore 3 volte superiore all’importo dei contributi versati, pagate da chi oggi subisce un taglio medio del 60% per riportare quel 3 a 1 ad un 1 a 1, ovvero pareggio di bilancio previdenziale.

Sul latte versato non c’è molto da fare ormai, ciò non toglie che la riforma poteva essere fatta in maniera diversa come ho più volte già scritto, il problema drammatico del lavoro è quello che conta di più ora, e la deroga al contributo minimo, non può che aiutare chi oggi è in difficoltà e non riesce ad andare avanti, tutto il resto sono chiacchiere da bar.

 

Un’altra importante novità per chi lavora all’estero è l’abolizione del 4% decisa dal CDA di Inarcassa. Nel 2013 era stato introdotto l’obbligo di inserire il 4% anche nelle prestazioni estere da una manovra del Governo Monti, con questa modifica si restituisce competitività ai nostri colleghi nel panorama internazionale, l’abolizione sarà operativa dopo il passaggio formale in CND e l’approvazione dei Ministeri vigilanti.

 

Vi ricordo che da quest’anno si può richiedere di pagare il contributo minimo in 6 rate bimestrali, la richiesta deve essere fatta entro il 20 gennaio di ogni anno tramite Inarcassa On line.

 

Continua l’ambiguità normativa in tema previdenziale sulle nuove Società tra Professionisti STP, per il momento le società si devono iscrivere in un apposito elenco all’Ordine, ma i soci non sono soggetti al pagamento del contributo soggettivo di Inarcassa, ma soltanto di quello integrativo.

Per chi vuole conoscere i fatti accaduti nell’ultimo CND del 27 e 28 marzo 2014 può leggere questa breve sintesi:

 

- nel CND di marzo, il Presidente di inarcassa ci ha informato sulle riunioni ADEPP dove la COVIP (Organo di controllo sui fondi pensione e da poco sugli investimenti delle casse professionali), ha definito Inarcasssa la migliore fra le casse private in tema di investimenti.

- Su mia richiesta ci ha aggiornato sullo stato di avanzamento della  gara internazionale per l’affidamento del Call Center, bloccata da un ricorso, si spera che si possa arrivare all’aggiudicazione entro breve.

- In merito alla nuova normativa dello Stato che permette di poter compensare i crediti fiscali con i debiti previdenziali, ci ha comunicato che non conviene permettere questa compensazione perché vorrebbe dire trasferire i pagamenti dei contributi dal MAV al modulo F24  con grandi fregature per tutti noi poiché si dovrebbe rinunciare ad agevolazioni, rateizzazioni, libertà di stabilire i tempi del pagamento e molto altro, il vantaggio sarebbe per pochi che hanno forti crediti fiscali nei confronti dello Stato.

Fa riflettere che in Italia si facciano le Leggi senza pensare alla loro pratica applicazione e ciò poi consente a chi deve applicarle di decidere se farlo o meno.

 

Sono seguiti gli interventi dei delegati in merito alle dichiarazioni del Presidente, dove ho esposto un problema che mi è stato sollevato da molti colleghi, ovvero l’Inabilità temporanea:

- Ho chiesto al CND e al CDA di riflettere su questa prestazione recentemente erogata da Inarcassa che però sta causando più malumori che consensi. Il problema è che circa il 90% delle domande di rimborso vengono respinte con una procedura sicuramente discutibile, dove il parere del medico incaricato da Inarcassa (è stata fatta una convenzione con l’INAIL) è insindacabile e inappellabile.

Ho fatto notare che probabilmente tra questo 90% di persone a cui viene negato il rimborso, ci saranno sicuramente degli imbroglioni che ci provano, ma ci saranno anche dei professionisti che non hanno potuto lavorare e che ritengono di aver subito un torto da Inarcassa.

E’ evidente che c’è un problema di fondi a disposizione per questo tipo di assistenza, ma allora sarebbe forse più opportuno eliminare completamente il contributo o rivedere il regolamento di sua applicazione.

Il Presidente di Inarcassa ha replicato che non si intravede alcun problema nel merito e che non c’è motivo per cambiare lo stato di fatto.

 

Ci sono stati poi altri interventi di delegati, tra cui quello dell’ing. Croce che ha sollevato il problema del patrimonio immobiliare di grande attualità dopo il passaggio al Fondo Inarcasssa RE di cui parlerò alla fine. Il collega ingegnere ha poi fortemente criticato la mancanza di trasparenza da parte di Inarcassa e in particolare il diniego alla richiesta firmata da 77 delegati di mettere all’ordine del giorno del CND la discussione sul patrimonio immobiliare di Inarcassa.

 

1) Poi si è passati alla trattazione di vari punti all’ordine del giorno su modifiche regolamentari, su riscatti, ricongiunzioni, prestazione supplementare reversibile, trattamento spettante ai superstiti di pensionato di invalidità e altro. E’ stata fatta una discussione generale  in base alla quale il Cda porterà le proposte definitive.

2) Si è passati poi alla presentazione del lavoro svolto dal Comitato Ristretto sul tema: Organi. La discussione è stata molto lunga e discordante, i temi su cui ci sono state le maggiori differenze sono stati quelli delle incompatibilità tra funzione di delegato e Presidente di un Ordine o rappresentante di un Consiglio Nazionale e dell’inserimento o meno di limite ai mandati dei delegati.

E’ inutile dire che ci sono molti delegati che non vogliono alcuna incompatibilità e non vogliono alcun limite ai mandati, è il solito discorso, già fatto per la riduzione del numero dei componenti del CND, non ci sarà mai una vera riforma finché il CND è composto da colleghi che sono interessati soltanto a coltivare il proprio orticello e conservare la propria poltrona.

3) Si è passati poi al tema caldo della giornata ovvero il Fondo Inarcassa RE, su questo aspetto c’è stato molto fermento, soprattutto a Roma, nei primi mesi dell’anno per la diffusione della notizia del passaggio dell’intero patrimonio immobiliare di Inarcassa al Fondo Inarcassa RE gestito dalla Sgr Fabrica di proprietà di Caltagirone e Monte dei Paschi.

Tutto nasce per caso, quando mi trovavo a cena con un collega che mi ha riferito di questo passaggio imminente di tutto il patrimonio Immobiliare di Inarcassa al Fondo, previsto per il 31 gennaio 2014, in quella occasione sono rimasto incredulo in quanto, in qualità di delegato, non ero stato informato minimamente di questa operazione così importante che riguarda quasi il 20% del nostro patrimonio.

Mi sono subito confrontato con gli altri delegati romani, con cui abbiamo deciso di scrivere al Consiglio di Amministrazione di Inarcassa per chiedere un incontro chiarificatore, l’incontro ci è stato concordato dopo pochi giorni in cui il Presidente ci ha confermato questa operazione giustificandola con esigenze prevalentemente di carattere fiscale (è curioso che una Cassa che non ha scopi di lucro, che investe il proprio patrimonio per pagare le pensioni ai propri iscritti, debba pagare, nella gestione diretta degli immobili, più tasse di un fondo immobiliare gestito da società sgr di proprietà dei soliti noti che hanno scopo di lucro, ma si sa questa è l’Italia).

Abbiamo poi chiesto spiegazioni sul perché non eravamo stati informati dell’operazione e ci è stato risposto che era tutto scritto nel bilancio preventivo 2013, in effetti c’è una frase, su 200 pagine di bilancio, in cui si prospetta la inevitabilità di passare a una futura gestione indiretta degli immobili, ma non vi è alcun riferimento preciso a tempi, modalità e quantità di questo passaggio.

Alla fine dell’incontro abbiamo anticipato al Presidente che avremmo chiesto i documenti relativi agli atti del passaggio e al regolamento del fondo, cosa che abbiamo subito fatto non ricevendo in prima battuta alcuna risposta se non dopo aver minacciato un ricorso a TAR.

A questo punto ho studiato le carte e mi sono reso conto che in realtà i passaggi autorizzativi dichiarati nell’atto non erano stati affatto chiari, mi sono ripromesso di chiederne spiegazioni in sede di CND e così ho fatto.

In sede di CND, quando si è arrivati al punto del Fondo immobiliare, abbiamo dovuto prima assistere alla presentazione della società Fabrica dove ci hanno raccontato quanto sono bravi e quanto sono belli, sarebbe stato più utile e più trasparente per tutti fare questa presentazione prima e non dopo aver affidato i nostri immobili alla stessa.

Ho chiesto di intervenire e ho esposto le mie perplessità sulla decisione di passare interamente alla gestione indiretta degli immobili, poiché i fondi immobiliari sono poco conosciuti e poco sperimentati in quanto di recente istituzione, pensavo poi che una cassa fatta da architetti e ingegneri avesse qualche competenza nel gestire gli immobili, ma evidentemente mi sbagliavo.

Il tema dei fondi immobiliari è tema lungo e complesso e non c’è tempo per affrontarlo adesso, ma credo che giustificarlo soltanto con risparmi fiscali sia sbagliato, inoltre vi ricordo che Inarcassa ha una divisione immobiliare composta da numerosi dipendenti e alcuni dirigenti che, dopo questo passaggio, non ha più senso di esistere, ma naturalmente nessuno può essere licenziato.

E’ poi indiscutibile che ci sono stati in questi anni diversi problemi nella gestione degli immobili da parte di Inarcassa, ma anche questo non giustifica un passaggio a una totale gestione indiretta del patrimonio Immobiliare.

In definitiva al di là delle considerazioni a favore o contro questo passaggio al fondo immobiliare, la cosa che mi ha sconvolto pesantemente è la modalità con cui è avvenuto, nella massima segretezza e all’insaputa del CND e ho cercato di farlo notare ai colleghi delegati, ma con ancor più grande incredulità, ho assistito alla totale indifferenza dei delegati a tutto ciò, in pratica mi è sembrato che non gli ne fregasse a nessuno o quasi del fatto che il CDA abbia agito in totale autonomia senza portare tale operazione all’approvazione formale, mettendola all’ordine del giorno del CND e nemmeno alla conoscenza del CND.

Non credo che un passaggio del genere possa essere considerato un fatto di ordinaria amministrazione del patrimonio, come comprare una determinata azione piuttosto che un’altra, ma ritengo che sia un’operazione che rientra nella politica di Inarcassa che è di competenza del CND, inoltre quando abbiamo approvato l’asset allocation è stato votato di mantenere il 22% del nostro patrimonio in immobili che non è la stessa cosa che gestirli con un fondo, poiché diventa di fatto un investimento mobiliare.

 

Per concludere ho avuto un’ennesima dimostrazione della inutilità della funzione di delegato che dispiace è fa male a chi cerca di svolgere questo compito con impegno, ma non frega assolutamente nulla a chi sta li per fare altro.

 

Aspettiamo i rendimenti del Fondo Inarcassa RE.

 

 

Antonio Marco Alcaro

Delegato Inarcassa Roma

 

This Post Has 8 Comments

  1. ferrante scrive:

    Grazie Marco per il tuo prezioso lavoro. Resisti e difendici.

    P.S.: Un quesito. E’ stato mai affrontato l’aspetto del congiungimento pensionistico con il periodo militare (he nello statuto rappresenta caso unico in quanto non è gratuito come in altre casse previdenziali)?

  2. morgan scrive:

    bravo Alcaro. cacciamoli tutti via questi mangiapane a tradimento. £5 anni di versamenti hanno reso l’1,5%. Se li avessi dati alla più scamorsa di banca mi avrebbero reso sicuramente il 3% minimo

  3. morgan scrive:

    correggo: 35 anni
    Arch. Sergio Tarantelli

  4. a.schinina scrive:

    Grazie per l’aggiornamento
    Antonella

  5. Luisa scrive:

    Capisco come ti senti, ma NON E’ INUTILE quello che stai facendo, almeno lo penso e lo spero… coraggio! :-)

  6. Alessandro scrive:

    Qualsiasi lavoro non è inutile se suscita l’interesse di almeno una persona. Grazie.

  7. ilaria scrive:

    grazie molte e complimenti.Ritengo che il trasferimento al fondo Caltagirone/montePaschi debba preoccuparci seriamente. La prova è nel silenzio con cui è stata fatta l’operazione: il beneficio fiscale deve essere raffrontato con il costo beneficio dell’intera operazione.
    E’ stato fissato un limite temporale del trasferimento?
    Grazie ancora

  8. Luigi S. Gioggi scrive:

    Caro Marco,
    dal tuo rendiconto come al solito risultano dimenticati i pensionati
    Inarcassa come il sottoscritto. Prendo circa 30 €/ mese, sono costretto a lavorare per quanto la crisi mi permette e quanto la salute anche (ho un aneurismo aortico e ipertensione)! Nessuna agevolazione o esenzione è stata concessa ai pensionati. Almeno la fascia di fatturato sino a 12000 €/annuo potevate esentarla completamente!
    Grazie Inarcassa del tuo trattamento!
    Vergogna!
    Comunque ti ringrazio almeno ci informi! Ricordati di noi.
    Saluti e continuiamo a soffrire.

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