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Notizie da inarcassa n.6

cari amici e colleghi

prosegue il servizio di informazione su tutto ciò che avviene all’interno di Inarcassa.

In questi mesi ci sono state importanti novità che cambieranno radicalmente il nostro sistema previdenziale, naturalmente le novità sono soltanto negative.

Il Governo Monti ha inserito nel D.L. 201/2011 “Salva Italia”, art. 24, comma 24, una norma che obbliga le Casse di previdenza, come Inarcassa, ad avere una sostenibilità a 50 anni senza nemmeno poter considerare il patrimonio.

A tal proposito Inarcassa ha organizzato una serie di incontri in alcune città italiane per presentare la riforma della sostenibilità a 50 anni, a seguito di  nostre richieste è stato inserito in calendario un incontro a Roma:

il 9 maggio alle ore 15.30 presso l’Hotel Quirinale in via Nazionale, 7

a cui vi prego di essere presenti, in particolar modo dopo le polemiche alla mancanza di incontri nelle grandi città.

In merito alla sostenibilità vi ricordo che appena 5 anni fa, ci avevano richiesto una sostenibilità a 30 anni che ha comportato grossi sacrifici con pesanti aumenti dei contributi e riduzioni delle pensioni (vedi link).

La richiesta del governo Monti è stata una doccia fredda che nessuno si aspettava e che ha colto di sorpresa i vertici delle Casse.

L’Adepp, (l’associazione che rappresenta le Casse dei liberi professionisti), ha provato inizialmente ad esprimere il proprio dissenso ma con scarsi risultati, non sono riusciti nemmeno a farsi ricevere dal Ministro Fornero.

Hanno ottenuto soltanto un rinvio della scadenza da marzo a settembre 2012.

E’ deprimente constatare, ogni volta, la nostra incapacità nel farci ascoltare a differenza di altre categorie, (vedi tassisti).

Stiamo assistendo impotenti allo smantellamento della libera professione, che ha avuto una grandissima importanza nella storia dei 150 anni d’Italia.

Il problema principale è la mancanza del lavoro per gli architetti e se continua così sarà inutile parlare ancora di pensioni e di sistema previdenziale a fronte di un reddito che non c’è più.

Il passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo è ormai inevitabile, ci troviamo di fronte ad un bivio:

  • da una parte il mantenimento dei nostri livelli pensionistici raddoppiando però i nostri contributi;
  • dall’altra il mantenimento del livello dei contributi dimezzando le nostre pensioni.

Per avere un’idea in cifre:

- oggi, con il sistema retributivo, la pensione annua per chi ha un reddito medio, nei migliori 30 anni di contribuzione di 22.000 euro (attuale reddito medio degli architetti italiani) è di 14.500 euro circa.

- domani, con il sistema contributivo, la pensione annua per chi ha un reddito medio, nei migliori 30 anni, di contribuzione di 22.000 euro (attuale reddito medio degli architetti italiani) sarà  di 7.500 euro circa.

La soluzione che si adotterà, in ogni caso, comporterà gravi sacrifici.

Nel mese di dicembre alcuni delegati, tra cui il sottoscritto, hanno chiesto al Consiglio di Amministrazione di Inarcassa di convocare, il prima possibile, una riunione straordinaria del Consiglio Nazionale dei delegati per discutere subito della problematica.

Il Presidente ha convocato il CND il 9 e 10 febbraio dove sono intervenuti numerosi esperti, tra cui il prof. Nisticò e il prof. Trudda, che ci hanno fatto un panegirico del sistema contributivo esaltandone le qualità e cercando di convincerci che non ci penalizzerebbe.

Peccato che, fino a pochi mesi fa, tutti, tra cui il Presidente di Inarcassa, ci parlavano malissimo del contributivo.

In realtà la maggioranza degli iscritti avrà forti penalizzazioni.

Nel CND, dopo gli interventi degli esperti, che sono durati forse troppo, si è aperta la discussione tra i delegati, ma non è stato dato sufficiente spazio al dibattito, soprattutto in un momento così importante per il nostro futuro.

Noi delegati avremmo voluto poter fare delle proposte concrete in merito alle azioni da intraprendere, per rispondere alle richieste del governo Monti, ma non siamo stati nelle condizioni di farle perché non siamo in possesso dei dati per poter fare delle valutazioni di previsione.

Abbiamo soltanto potuto fare delle raccomandazioni al Consiglio di Amministrazione che dovrà elaborare la proposta definitiva che dovremo votare al prossimo CND nel mese di giugno, probabilmente una riforma così pesante per gli iscritti avrebbe avuto bisogno di maggior tempo per la discussione.

Nel mio intervento in CND ho espresso le mie preoccupazioni ad un passaggio al sistema contributivo puro, in cui verrebbero a mancare tutti i principi di solidarietà che un Ente Previdenziale dovrebbe avere.

Scomparirebbe la pensione minima, (attualmente di circa 10.500 euro all’anno) e molti colleghi rischieranno di prendere 200/300 euro al mese di pensione, sparirebbero molti agevolazioni e contributi.

In questo caso l’Inarcassa diventerebbe un normale Ente di assicurazione che accantona i soldi versati da ogni iscritto e li restituisce quando va in pensione, non avrebbe più senso quindi una struttura con 300 dipendenti che oggi ci costa circa 30 milioni di euro all’anno:

- 15 milioni (dipendenti)

- 4,5 milioni (organi statutari: CND, Consiglio di Amministrazione, Giunta Esecutiva)

- 10 milioni (gestione: consulenze, informatica, call center, convegni, rivista, varie).

Per questi motivi, credo che sia giusto trovare un giusto compromesso tra il sistema retributivo e quello contributivo, apportando delle modifiche che possano migliorare la sostenibilità, come:

  • aumentare l’età pensionabile da 65 a 70 anni;
  • eliminare la pensione di anzianità;
  • modificare l’attuale sistema di reversibilità (oggi una ventenne che sposa un architetto di 80 anni, continua a percepire la pensione, dopo la morte dell’iscritto, senza limiti di tempo e di reddito);
  • chiedere un contributo di solidarietà a tutti gli attuali pensionati;
  • chiedere il contributo minimo anche ai pensionati iscritti;
  • portare al 15% il contributo soggettivo (attualmente è il 14,5%) e quello integrativo al 5%;

Sono tutte proposte che potrebbero diminuire l’impatto devastante di un contributivo puro che si basa soltanto sui versamenti effettuati e di fatto dimezzerebbe le nostre pensioni, favorendo soltanto coloro che hanno redditi molto elevati (circa il 5% degli iscritti).

In realtà ci si dimentica che se si passa al contributivo, molti di noi percepiranno anche meno di quello che hanno versato perché bisognerà pagare il debito previdenziale che si è accumulato in questi ultimi 30 anni, ovvero le pensioni di tutti coloro che hanno versato molto meno di quello che stanno percependo di pensione, (in alcuni casi si arriva ad un rapporto di 1 a 5).

La grande ingiustizia è che oggi ci sono iscritti che percepiscono una pensione che corrisponde al 130/140% dell’importo medio del reddito che hanno percepito durante tutto il periodo lavorativo (perché prima si calcolava l’importo della pensione considerando i migliori 5 anni degli ultimi 10) e domani ci saranno iscritti che prenderanno il 40% dell’importo medio del reddito che hanno percepito durante tutto il periodo lavorativo.

Con la solita storia dei diritti acquisiti, siamo di fronte ad una grande ingiustizia tra generazioni.

Non ho idea di quanto, delle mie raccomandazioni al Cda, verrà preso in considerazione, ho paura ben poco, del resto in questo primo anno e mezzo di esperienza come delegato Inarcassa, mi sto convincendo sempre di più della inutilità di un organo come il CND, composto da più di 200 delegati tra architetti e ingegneri che dovrebbe decidere le sorti della nostra cassa, ma che in realtà non serve quasi a nulla e costa quasi 3 milioni di euro all’anno.

Diventa sempre più urgente un suo radicale rinnovamento e ridimensionamento.

Vi saprò dire come andrà a finire in merito al sistema contributivo o retributivo nel mese di luglio.

Per chi vuole conoscere anche gli altri fatti accaduti nei CND di novembre e febbraio può leggere questa breve sintesi:

- nel CND di novembre è stato approvato il bilancio preventivo 2012, la relazione del bilancio è solitamente preceduta da lunghi interventi di esperti che ci riempiono di numeri e grafici con l’obiettivo di convincerci che tutto va bene. L’ottimismo è importante, ma forse a volte bisognerebbe essere più realistici, soprattutto in un periodo di crisi come quello in cui viviamo.

Ciò che più mi ha colpito in questi due anni, è stato constatare spesso enormi differenze in alcuni capitoli di bilancio tra il preventivo e il consuntivo, ciò dimostra che la “scienza esatta” che ci vogliono propinare gli esperti, che relazionano il bilancio, in realtà non è altro che un terno al lotto.

Mi ricordano i consulenti finanziari che ci consigliano gli investimenti facendoci le previsioni di ciò che avverrà, comportandosi di fatto come coloro che vendono i numeri del lotto in televisione.

In questi ultimi anni la tendenza del Consiglio di Amministrazione, nella predisposizione dei bilanci preventivi, è stata quella di sottovalutare o minimizzare la crisi che ha colpito la nostra professione (riducendo in 3 anni del 25% i nostri redditi).

Spesso abbiamo chiesto in CND di rendere più realistiche le previsioni senza essere ascoltati, poi, in sede di consuntivo, le previsioni vengono puntualmente smentite.

Alcuni mesi fa abbiamo approvato un asset allocation in cui si prevedeva, per gli investimenti mobiliari, un utile lordo di circa il 4,5%, oggi i dati a disposizione ci dicono che, probabilmente, il consuntivo 2011 si chiuderà con un utile degli investimenti mobiliari di circa lo 0,8%, considerato che investiamo mediamente 4 miliardi di euro, non è un grosso risultato, nonostante la crisi (con conto arancio avremmo preso minimo il 4%).

Il mio può sembrare un discorso semplicistico e demagogico, però non si può negare che gli investimenti potrebbero essere gestiti meglio, se poi leggiamo le notizie di stampa come quelle relative al presidente della cassa dei medici che è stato indagato in merito a investimenti dell’ente, cominciamo a preoccuparci, le società coinvolte poi come Idea Fimit e Mangustarisk hanno a che fare anche con inarcassa.

Il problema è che noi delegati non abbiamo nessuna possibilità di controllare gli investimenti, ma siamo tenuti ad approvare i bilanci.

- Nel CND di Novembre ci sono stati alcuni problemi in merito agli incarichi che Inarcassa conferisce ad architetti o ingegneri, il 12 novembre è stata inviata una lettera anonima ai delegati, agli Ordini professionali e alla procura, da parte di un  gruppo di architetti di Firenze che ci accusava di essere una casta e di aver dato un incarico per un immobile di Firenze a un delegato di Pistoia. La maggior parte dei delegati si sono indignati per l’uso di una lettera anonima, ma non hanno ritenuto importante entrare nel merito della questione.

Alla fine si è capito che l’incarico è stato dato a un collega che divide lo studio con un delegato, ma di fatto lavora insieme. Il Direttore generale di Inarcassa si è giustificato con il fatto che colui che ha vinto la gara ha una partita iva diversa dal delegato.

Non credo che si debbano cercare false giustificazioni, sicuramente il delegato non doveva far partecipare il suo collega di studio, ma la cosa che più mi ha colpito è stata la votazione dei delegati che di fronte a una mozione in cui chiedevamo di rendere pubblici tutti gli incarichi di Inarcassa, hanno in maggioranza votato contro, con l’alibi della lettera anonima, facendoci fare una pessima figura nei confronti degli iscritti.

Personalmente avevo espresso la richiesta di rendere pubblici gli incarichi di Inarcassa nel primo incontro che ho avuto con il presidente di Inarcassa, in campagna elettorale in cui avevo riscontrato il consenso della Muratorio.

Per fortuna il presidente Muratorio ha dichiarato, subito dopo la votazione, che ci avrebbe comunque inviato gli incarichi degli ultimi 5 anni e così ha fatto dopo alcune settimane.

Dall’analisi dei dati che ci sono finalmente pervenuti, si evince che la quasi totalità degli incarichi di Inarcassa, fino a un anno fa, venivano fatti in maniera fiduciaria anche quelli di importi notevoli, i beneficiari degli incarichi si ripetono spesso ricevendo nell’arco di 5 anni più incarichi, alcuni con importi sicuramente importanti.

Oggi, con le ultime norme del Governo, Inarcassa è obbligata a comportarsi negli incarichi come se fosse un Ente pubblico attenendosi alla normativa per gli appalti, non so se è un bene o un male, conoscendo l’attuale codice degli appalti.

Sicuramente si dovrebbe migliorare nei bandi, nelle procedure e in molto altro, ricordandosi di essere un Ente che dovrebbe tutelare i propri iscritti.

- Inarcassa ha chiesto di poter compensare i debiti degli iscritti con i crediti con le Stazioni Appaltanti, sarebbe un passo importante per consentire di mettersi in regola a tutti i colleghi che hanno importanti crediti con le Amministrazioni e non riescono a pagare i contributi, non sembra che il Governo abbia molta voglia di ascoltarci;

- è stata costituita e riconosciuta ufficialmente la Fondazione di Inarcassa, speriamo che possa fare qualcosa di buono per la nostra professione e non sia il solito carrozzone per spartire poltrone;

- è stato dato ampio spazio sui mass media alla vicenda dell’immobile situato a Roma, venduto ad un Parlamentare e ricomprato lo stesso giorno dalla Cassa Psicologi ad un prezzo maggiorato di 80 milioni di euro, l’immobile era gestito dal Fondo Omega di Idea Fimit in cui Inarcassa aveva delle importanti quote, il Presidente di Inarcassa ci ha rassicurati informandoci che Inarcassa ha guadagnato il 23% con l’immobile in oggetto, siamo contenti, ma noi delegati, soprattutto oggi che tutti gli investimenti immobiliari di Inarcassa passano tutti attraverso un fondo, non abbiamo nessuna possibilità di controllare ciò che avviene;

- L’accertamento con adesione che ha permesso, a tutti coloro che avevano dei debiti nei confronti di Inarcassa, di mettersi in regola con uno sconto del 30% delle sanzioni applicate, ha avuto una bassa affluenza, probabilmente per via dei tempi troppo ristretti, in una situazione di grave crisi economica, che sono stati concessi agli iscritti per pagare.

- è stata fatta una nuova convenzione per la polizza di assicurazione divenuta ormai obbligatoria con il nuovo Decreto del Governo, le condizioni e i prezzi sono molto convenienti;

- la rivista di Inarcassa dopo 40 anni diventerà on line, soltanto a richiesta quella cartacea.

- sarà indetto un concorso di idee, probabilmente riservato ai giovani iscritti, per la sistemazione dell’ingresso della sede dell’Inarcassa a via Salaria;

- con la manovra estiva del 2011 il Governo aumenta i controlli sulle casse private, sia in merito agli investimenti che alla gestione dei dipendenti e molto altro, ci troviamo dunque ad essere un ente privato che ha mantenuto soltanto le fregature del privato, tipo la tassazione sui nostri investimenti mobiliari e immobiliare che vengono però fatti dai nostri soldi che sono stati già tassati, e le fregature del pubblico, (burocrazia, lentezza etc), non credo che sia molto giusto.

Vi ricordo che il bolletino M.A.V. non verrà più inviato per posta agli iscritti ma dovrà essere generato e stampato tramite l’apposita procedura su Inarcassa On line, ciò comporterà un risparmio per Inarcassa ma sarà più facile dimenticarsi di pagare entro i termini previsti.

 

Vi ricordo che il 30/04/2012 scade il pagamento dei contributi con l’interesse fisso del 2% per chi non ha pagato il 31/12/2011.

Bisogna però stare attenti a non ritardare di un solo giorno rispetto al 30/04/2012 perché in tal caso verranno applicate le sanzioni e gli interessi a partire dal 01/01/2012.

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